GENERAZIONE X
Scuola famiglia, alunni, insegnanti.
In un contesto sociale dove la riflessione sull’educazione si rivela sempre più cruciale, emerge con ineluttabile urgenza la questione relativa alla responsabilità condivisa tra giovani, famiglie, istituzioni scolastiche e docenti. La scuola, non può continuare a essere mero terreno di transito, ma deve ritornare ad essere il luogo imprescindibile della formazione integrale dei giovani, per la costruzione di una società consapevole e coesa.
Le famiglie, cardini insostituibili nell’educazione dei figli, devono riscoprire il rispetto per la scuola e degli insegnanti. È imperativo instaurare un clima di collaborazione e sostegno reciproco, in cui il rispetto delle regole e la valorizzazione delle figure educative siano prioritari. La scorretta condotta dei giovani, attestata anche dagli “8 in condotta”, deve essere non solo incentivata ma anche rispettata, come segno tangibile di una educazione solida e responsabile. Non è accettabile che all’interno delle scuole ci siano genitori che denunciano professori o addirittura arrivino a picchiarli o minacciarli oppure risse tra studenti, questo comportamento umilia il sistema scuola, i professori e la società. Non si può più tollerare atti come quello documentato al Veronesi di Rovereto, tutto ciò è inaccettabile, oggi la politica, il sindacato e i genitori sono chiamati a reagire davanti a un sistema paese che ogni giorno viene imbrattato da derive inaccettabili.
Nella complessità del panorama educativo contemporaneo, emerge la necessità di approfondire ulteriormente alcuni dei temi cruciali precedentemente menzionati. Partendo dall’importanza della formazione scolastica: occorre sottolineare che la scuola non può e non deve essere considerata solamente come un luogo in cui trascorrere le ore obbligatorie, bensì come il fulcro dell’acquisizione di conoscenze, competenze e valori fondamentali per la crescita personale e sociale. È pertanto essenziale che essa sia concepita come un ambiente in cui i giovani debbano essere costantemente stimolati, incoraggiati e guidati verso una formazione completa e significativa. Le famiglie, come primi educatori dei propri figli, hanno il dovere e il compito di sostenere attivamente il percorso scolastico dei ragazzi, instaurando un dialogo costruttivo con gli insegnanti e dimostrando rispetto per l’istituzione scolastica. Il recupero degli elementi fondamentali dell’educazione, come il rispetto delle regole e delle figure educative, è un passo imprescindibile per la costruzione di una comunità educante solida e coesa. Se si riparte dal rispetto dei “8 in condotta”, simbolo tangibile di un comportamento scorretto e irresponsabile, noi riusciremo a ricreare dei pilastri fondamentali per la formazione dei giovani cittadini. Incoraggiare e valorizzare comportamenti positivi, come l’impegno nello studio e il rispetto dei compagni e degli insegnanti, contribuisce a creare un clima scolastico sereno e favorevole alla crescita integrale degli studenti. Se continuiamo ad accanirci contro i professori dando loro tutta la responsabilità soprattutto educativa continueremo a fare del male ai ragazzi. Una delle possibili chiavi di lettura riguarda la percezione e le aspettative che l’opinione pubblica e i genitori nutrono nei confronti dell’istruzione dei giovani. Questa mentalità può sfociare in un atteggiamento fatalista, che non solo pregiudica le potenzialità di crescita e apprendimento dei giovani, ma potrebbe anche contribuire indirettamente all’abbandono scolastico. L’abbandono scolastico, fenomeno complesso e deleterio per il sistema educativo, pone il focus sulle motivazioni sottostanti a questo preoccupante trend, che sembra manifestarsi con maggiore incidenza nelle scuole professionali rispetto agli istituti tecnici o ai licei. Tale disparità di abbandono scolastico solleva interrogativi cruciali sul ruolo dell’opinione pubblica. La cultura del genitore “chioccia”, se protratta in modo esagerato, può generare dipendenza e fragilità nei giovani, impedendo loro di sviluppare autonomia, responsabilità e spirito critico. Al contrario, il genitore educatore si impegna a fornire ai propri figli gli strumenti e le risorse necessarie per affrontare le sfide della vita in modo autonomo e consapevole, incoraggiandoli a essere attori attivi del proprio percorso di crescita e apprendimento. Promuovere la cultura del genitore educatore implica anche un sostegno attivo e responsabile nei confronti della scuola e del sistema educativo. I genitori devono essere coinvolti nella vita scolastica dei propri figli in modo costruttivo, collaborando con gli insegnanti e le istituzioni scolastiche per favorire un clima di fiducia, rispetto e collaborazione reciproca. Questo atteggiamento trasmette ai giovani un importante messaggio: l’educazione è un percorso condiviso e responsabilità di tutta la comunità educante. Inoltre, il genitore educatore si impegna a trasmettere ai propri figli valori fondamentali quali il rispetto, la dignità, la solidarietà, l’impegno e la responsabilità, pilastri imprescindibili per la formazione di cittadini consapevoli e attivi nella società. Creare un ambiente familiare basato sulla comunicazione aperta, sul dialogo costruttivo e sulla reciproca valorizzazione favorisce lo sviluppo di una coscienza critica e di una sensibilità verso le esigenze degli altri e del mondo che ci circonda.
Abbandono scolastico
Altra considerazione importante che un genitore è chiamato a fare è la capacità nel riconoscere i limiti individuali dei figli che potrebbero non essere orientati agli studi tradizionali. Accompagnare i giovani verso percorsi educativi adeguati alle proprie potenzialità e interessi può rappresentare la chiave per contrastare l’abbandono scolastico e favorire una maggiore realizzazione personale. Accompagnare i giovani nella scelta del percorso formativo più adatto dovrebbe prevedere un coinvolgimento attivo degli stessi studenti, rendendoli protagonisti della propria educazione e delle decisioni che riguardano il loro futuro. Delegare la scelta del percorso formativo ai ragazzi stessi, rispettando le loro inclinazioni e valorizzando le loro peculiarità, può contribuire significativamente a ridurre gli abbandoni scolastici e a favorire un clima di fiducia e di consapevolezza nell’ambiente educativo. Questo approccio non solo permette ai giovani di perseguire un percorso formativo in armonia con le proprie passioni e talenti, ma li supporta anche nel processo di autodeterminazione e di costruzione di una identità personale solida e autentica. Un aspetto fondamentale nell’affrontare il tema dell’abbandono scolastico consiste nel riconsiderare il ruolo e l’atteggiamento dei genitori nei confronti dell’istruzione dei propri figli. È imperativo che i genitori abbandonino la cultura del genitore “chioccia”, caratterizzata da un eccessivo protezionismo e da un controllo asfissiante, e abbraccino invece la cultura del genitore educatore, il cui obiettivo principale è quello di formare uomini e donne capaci e rispettosi della società e delle istituzioni. Nel contesto della riforma dell’istruzione e della valorizzazione delle diverse tipologie di istruzione, un aspetto da considerare è la possibilità per le scuole professionali di introdurre test di ingresso per gli studenti al fine di ottimizzare il percorso formativo e accelerare il concetto di scuola professionale come luogo di apprendimento mirato e specializzato. L’introduzione di test di ingresso personalizzati consentirebbe alle scuole professionali di valutare le competenze, le inclinazioni e gli interessi degli studenti in modo approfondito, permettendo una corretta e tempestiva collocazione all’interno dei diversi indirizzi formativi offerti. Questa strategia favorirebbe una maggiore aderenza tra le attitudini degli studenti e le specifiche proposte formative delle scuole professionali, aumentando così la motivazione e l’impegno degli allievi nei confronti degli studi. Inoltre, l’introduzione di test di ingresso personalizzati potrebbe contribuire a ridurre il fenomeno dell’abbandono scolastico, in quanto consentirebbe una selezione più accurata degli studenti e una migliore corrispondenza tra le aspettative degli allievi e le opportunità formative offerte dalle scuole professionali. Questo approccio mirato favorirebbe una maggiore efficacia del percorso educativo, riducendo il rischio di dispersione scolastica e promuovendo un ambiente formativo più inclusivo e motivante. Un’altra trasformazione fondamentale e necessaria nel contesto delle scuole professionali consiste nel passaggio da istituzioni percepite come “parcheggi” temporanei a veri e propri luoghi di formazione attiva e mirata. Attualmente, vi è la tendenza a considerare le scuole professionali come semplici tappe intermedie tra la fine dell’obbligo scolastico e l’ingresso nel mondo del lavoro, trascurando il reale potenziale formativo di queste istituzioni. È di fondamentale importanza che le scuole professionali si pongano l’obiettivo di formare giovani desiderosi di acquisire competenze e conoscenze specifiche, pronti ad essere attivamente coinvolti nel proprio percorso di apprendimento. Questo approccio mira a trasformare le scuole professionali in centri di eccellenza formativa, capaci di motivare e stimolare gli studenti a intraprendere con entusiasmo e determinazione il percorso di crescita e di specializzazione proposto. I professori, custodi del sapere e artefici della trasmissione di conoscenze, devono poter tornare a godere di quella libertà pedagogica che consenta loro di esprimere appieno il proprio ruolo formativo. È urgente riscoprire il rispetto verso l’istituzione scolastica e il ruolo essenziale svolto dagli insegnanti, pilastri fondamentali nel processo formativo dei giovani. I docenti devono essere in grado di esprimere la propria creatività, flessibilità e passione nell’insegnamento, senza essere vincolati da eccessive normative o pressioni esterne. Solo attraverso una maggiore autonomia pedagogica, i professori potranno trasmettere al meglio il sapere e ispirare i giovani alla scoperta e all’apprendimento. Al contrario dell’attuale percezione come “scuole di parcheggio”, le scuole professionali dovrebbero essere viste come istituzioni che valorizzano e coltivano le vocazioni e le passioni degli studenti, offrendo loro opportunità concrete di crescita personale e professionale. Questo cambiamento di prospettiva favorirebbe una maggiore partecipazione attiva degli studenti, creando un ambiente educativo dinamico e coinvolgente in cui i giovani si sentono coinvolti e responsabilizzati nel proprio percorso formativo. In conclusione, la trasformazione delle scuole professionali in luoghi di formazione attiva e mirata rappresenta una sfida importante ma necessaria per rompere con la visione tradizionale e limitante delle istituzioni scolastiche. Promuovere un’educazione orientata alla valorizzazione delle singole potenzialità degli studenti significa investire nel futuro dei giovani e contribuire alla creazione di una società più consapevole, competente e inclusiva. Una delle conseguenze positive della trasformazione delle scuole professionali in centri di formazione attiva sarebbe la valorizzazione del ruolo dei docenti all’interno di tali istituzioni. Attualmente, molti insegnanti si trovano ad assumere un ruolo che va ben oltre l’insegnamento puramente accademico, spesso facendo da psicologi o assistenti sociali a causa delle carenze nel sistema educativo.
Il ruolo degli insegnanti

La trasformazione delle scuole professionali in luoghi di formazione attiva e orientata al successo degli studenti permetterebbe ai docenti di concentrarsi maggiormente sulle proprie competenze didattiche e di guidare i giovani verso il raggiungimento dei propri obiettivi formativi. Liberando gli insegnanti da compiti non strettamente legati all’insegnamento, si creerebbe un ambiente educativo più favorevole alla crescita professionale e personale degli studenti.
Inoltre, valorizzare il ruolo dei docenti all’interno delle scuole professionali significherebbe riconoscere l’importanza della professione insegnante e il suo impatto fondamentale sulla formazione delle future generazioni. Il rispetto e la considerazione per gli insegnanti sono elementi cruciali per garantire un clima scolastico positivo e per stimolare l’impegno e la dedizione degli educatori verso il successo degli studenti.
È essenziale promuovere una cultura rispettosa e collaborativa all’interno delle scuole professionali, in cui il ruolo dei docenti sia valorizzato e supportato adeguatamente per consentire loro di svolgere al meglio la propria missione educativa. Solo attraverso un adeguato riconoscimento e una concreta valorizzazione del lavoro degli insegnanti sarà possibile creare un ambiente scolastico sereno, motivante e proficuo per tutti gli attori coinvolti nel processo educativo.


Riconoscimento scuola Professionale
In un contesto di potenziamento un altro aspetto da prendere in considerazione, e il riconoscimento a livello nazionale delle scuole professionali Trentine. Che senso ha avere degli studenti formati ma a cui non viene riconosciuta il proprio titolo di studio a livello nazionale?
Un’altra proposta è quella di trasformare le attuali scuole, in scuole professionali statali provinciali con un percorso formativo di 5 anni (3 formativi +2 di specializzazione tecnica). Questa trasformazione consentirebbe di offrire un percorso formativo omogeneo e di alto livello a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza.
Il potenziamento delle scuole professionali non riguarda solo la sfera dell’istruzione, ma investe anche il futuro economico e sociale della provincia di Trento. Attrarre investimenti, promuovere l’innovazione e formare professionalità in linea con le esigenze del mercato del lavoro sono obiettivi strategici che possono essere raggiunti.
Consideriamo cruciale promuovere collaborazioni e partenariati con le imprese e le industrie locali per garantire che i programmi formativi siano allineati alle esigenze del mercato del lavoro e offrano opportunità reali di crescita professionale agli studenti attraverso un sistema scolastico solido e all’avanguardia. In questo contesto, il ruolo delle istituzioni locali, dei docenti, degli studenti e delle famiglie risulta fondamentale per promuovere un cambiamento positivo e duraturo nel panorama scolastico trentino. Sostenere e potenziare le scuole professionali significa investire nel futuro delle nuove generazioni e nell’eccellenza del territorio. L’auspicio è che la provincia di Trento accolga con favore queste proposte e si adoperi per rendere le scuole professionali un pilastro educativo di alto livello e proiettato verso il futuro.

Ruolo del sindacato
Il sindacato come la politica riveste un ruolo fondamentale nel sistema paese, in quanto rappresentano due attori chiave per il riconoscimento e il superamento delle sfide e dei limiti delle scuole nell’attuale contesto sociale ed economico. È fondamentale garantire un dialogo costruttivo e una collaborazione efficace tra il sindacato il corpo docenti, le istituzioni scolastiche e gli enti preposti all’istruzione per dare risposte concrete e mirate alle esigenze dei giovani e per migliorare la qualità e l’efficacia del sistema formativo.
È fondamentale che il sindacato si mobiliti per affrontare con attenzione e correttezza le criticità delle scuole e per proporre soluzioni. L’azione sindacale non dovrebbe limitarsi a discorsi astratti, ma dovrebbe entrare nel merito delle questioni, sollevando dibattiti pubblici e culturali che possano contribuire ad elevare il livello di consapevolezza e di discussione all’interno delle istituzioni e della società nel suo complesso.
Promuovere un approccio costruttivo e propositivo, basato sull’analisi attenta delle problematiche reali e sull’identificazione di soluzioni pratiche e innovative, è essenziale per garantire una crescita e un progresso effettivo nel settore dell’istruzione. Il sindacato, rappresentando gli interessi dei lavoratori del settore, ha il compito di sostenere e difendere i diritti degli insegnanti, nonché di promuovere un ambiente scolastico inclusivo, equo e di qualità tutelando il personale scolastico e farsi carico nell’essere il collante tra istituzioni, scuola, personale docente, famiglie e ragazzi.
Il coinvolgimento attivo e responsabile del sindacato nel processo di miglioramento delle scuole rappresenta un passo significativo verso la costruzione di un sistema educativo più efficace, equo e orientato al successo degli studenti.
In conclusione, investire nell’educazione dei giovani, promuovere la libertà e il rispetto nell’insegnamento, nonché sostenere attivamente la collaborazione tra famiglie, scuola e società, rappresentano le fondamenta su cui costruire un futuro florido e consapevole per le generazioni a venire, ma soprattutto generazioni che hanno in mano il sapere.
Con questa logica non possiamo più considerare la spesa pubblica per l’istruzione una postilla del bilancio da ridurre ogni anno ma va considerata un proficuo profitto in termini sociali e produttivi del nostro sistema Paese.
Le aziende odierne hanno un crescente bisogno di studenti preparati non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dotati di capacità cognitive e competenze trasversali che spesso sono state trascurate nel passato. La richiesta del mondo del lavoro è sempre più orientata verso profili professionale in grado di pensare in modo critico, risolvere problemi in modo creativo e adattarsi in modo flessibile a contesti mutevoli e complessi.
È fondamentale riconoscere che le capacità cognitive, come la capacità di analisi, di sintesi, di comunicazione efficace e di pensiero critico, siano elementi chiave per la formazione di studenti in grado di affrontare le sfide e le opportunità del mercato del lavoro attuale e di dargli una spinta innovativa e altamente tecnologica.
È di fondamentale importanza che le scuole professionali si pongano l’obiettivo di formare giovani desiderosi di acquisire competenze e conoscenze specifiche, pronti ad essere attivamente coinvolti nel proprio percorso di apprendimento. Questo approccio mira a trasformare le scuole professionali in centri di eccellenza formativa, capaci di motivare e stimolare gli studenti a intraprendere con entusiasmo e determinazione il percorso di crescita e di specializzazione proposto.
Al contrario dell’attuale percezione come “scuole di parcheggio”, le scuole professionali devono essere viste come istituzioni che valorizzano e coltivano le vocazioni e le passioni degli studenti, offrendo loro opportunità concrete di crescita personale e professionale. Questo cambiamento di prospettiva favorirebbe una maggiore partecipazione attiva degli studenti, creando un ambiente educativo dinamico e coinvolgente in cui i giovani si sentono coinvolti e responsabilizzati nel proprio percorso formativo.
La crescita e lo sviluppo di un territorio sono strettamente legati alla qualità dell’istruzione offerta alle giovani generazioni.
Leonardo Iania
Segretario Provinciale UGL Trento