UGL sicurezza salari e welfare

Per una regione ricca come il Trentino dove il costo della vita e tra i più alti d’Italia fa specie leggere che si guadagna meno della media nazionale. Se la retribuzione media italiana annuale riferita all’anno 2021 è di 21.868 euro lordi, in provincia di Trento le buste paga sono più “leggere” di 1130 euro (ossia -5,2%) e ammontano a 20.738 euro lordi all’anno. I lavoratori e le lavoratrici trentine sono pagati molto meno di quelli di Bolzano e, in media, come quelli del resto d’Italia, come è stato possibile cadere così in basso? Con questi dati mi spiego del perché nel Trentino le aziende fanno fatica a trovare lavoratori soprattutto giovani e nuove professionalità.

Un tempo il datore di lavoro offriva un’occasione di guadagno, rispondendo ad una necessità basilare per chiunque. E oggi? È solo questo ciò che desiderano i giovani e i meno giovani (e più in generale i lavoratori), dal mercato del lavoro; una occasione di guadagno e basta? Venti anni fa entrare in un’industria era un lusso chi riusciva ad entrare si considerava un fortunato, oggi non è più così, tantissimi negli ultimi due anni hanno dato le dimissioni spontanee.

Una ricerca di AIDP (Associazione Italiana Direttori del Personale) spiega che i lavoratori maggiormente sensibili ai cambiamenti culturali (circa il 70% della ricerca) sono i giovani di età compresa tra i 26 e i 35 anni, concentrati maggiormente nelle aziende del Nord Italia. il 45% di chi ha dato le dimissioni ritiene di non avere una retribuzione adeguata e quindi cerca migliori condizioni economiche; il 35% invece ritiene di non avere prospettive di carriera nell’attuale luogo di lavoro e lascia per trovare nuove opportunità di carriera e di crescita professionale; un’altra buona fetta di lavoratori ritiene che l’attuale occupazione non permetta una buona qualità di vita con un adeguato bilanciamento tra lavoro e vita privata; altri ricercano maggior flessibilità sul lavoro, infine, se pensiamo che un ulteriore 18% degli intervistati dichiara di aver dato le dimissioni, “perché si vive una volta sola” e la realizzazione delle proprie passioni è più importante della carriera o della retribuzione, dobbiamo rabbrividire ed intervenire immediatamente per arrestare fin dove e possibile questo processo, sicuramente tutto ciò è stato accelerato dal post- Covid e continua ad essere attuale anche dopo due anni dall’uscita dalla pandemia.

Le nuove generazioni non valorizzano più solo il posto sicuro ma vogliono anche altro, vogliono più servizi più flessibilità più welfare, più libertà, vogliono più meritocrazia, più sicurezza ma soprattutto più soldi in busta paga, io mi domando come si fa ad offrire ad un neo laureato uno stipendio di 1300 euro? C’è qualcuno che può vivere decentemente con uno stipendio di 1300 euro? Attenzione parliamo dei più fortunati. Dopo la pandemia il mondo e cambiato tranne che il lavoro e il modo di concepirlo.

Cosa chiedono i lavoratori? Io voglio sintetizzare questo concetto in due parole un progetto di vita. Cercano ambienti di lavoro dove si sentano in armonia per ciò che riguarda i valori alla base del proprio vivere, dove vi sia il rispetto della persona umana e ci sia un equilibrio tra vita-lavoro (quindi nei ritmi di lavoro, negli orari), dove si sentano parte costante e attiva di un progetto professionale e protagonisti e non solo forza lavoro. Cercano luoghi in cui si sentano sicuri di tornare a casa e valorizzati, dove si investe su di loro, sulla loro crescita, con percorsi di carriera, nella condivisione degli obiettivi, più che risorse umane, vogliono sentirsi capitale umano

Noi come UGL siamo convinti che la politica Trentina possa fare molto di più e ritornare ad essere un esempio per il resto del Paese Italia, ad esempio trovando gli strumenti per potenziare la defiscalizzazione i 3000 euro sono un buon incentivo ma bisogna andare oltre trovando nuovi strumenti, inoltre bisogna garantire i servizi alle famiglie ed aiutare le nuove generazioni affinché ritornino a fare più figli anche il 2023 si è chiuso con dati preoccupanti, la donna deve essere valorizzata se fa figli, non penalizzata. Oggi vediamo che tante donne sono costrette a scegliere se lavorare oppure fare dei figli e assurdo tutto questo, non sarà semplice ma bisogna trovare le risorse altrimenti rischiamo di entrare in una spirale molto pericolosa con il risultato che i consumi si contraggono la popolazione diventa sempre più vecchia e le risorse a disposizione della comunità diminuiscono, bene la volontà nell’incentivare delle politiche di

Welfare da parte dell’Assessore allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca Dott. Achille Spinelli, ma non sarà sufficiente se non investiamo sulla scuola, sanità, e servizi pubblici e sui rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione.

Altro tassello fondamentale sarà la Valorizzazione delle aziende che investono nei giovani e nella sicurezza, attivando meccanismi di controllo efficaci, non si possono più sprecare risorse economiche senza prefissare degli obbiettivi nel tempo.

Spesso si sente parlare di sicurezza e di stipendi, ma poi leggiamo che nonostante tanti sforzi fatti la sicurezza è ancora un’emergenza, ancora troppe vittime e troppi infortuni gravi nel mondo del lavoro, la sicurezza deve essere la priorità dei manager non si può risparmiare oggi per distruggere domani, poi vogliamo parlare degli stipendi? Con aumenti salariali ridicoli… dove spesso la contrattazione salariale si trasforma in ricatto, bisogna rafforzare le contrattazioni di secondo livello, premiando il merito.

E dal 2012 che va avanti questa storia, purtroppo con la complicità silente di tanti che per anni hanno fatto finta di non vedere. Oggi i lavoratori si ritrovano con meno diritti, con pensioni che sono diventate una chimera oltre che essere povere e con aziende che vanno avanti con gli ultra sessantenni perché oramai prive di ricambio generazionale oppure con ambienti di lavoro basate sulle raccomandazioni e non sulla meritocrazia, e i lavoratori sempre più poveri e con un potere d’acquisto che sta erodendo anche i risparmi dei nonni.

Se veramente vogliamo continuare ad avere un’economica forte, dobbiamo necessariamente cambiare rotta.

L’impresa ha obiettivi sociali quando i suoi azionisti giudicano oltre ai risultati economici, bisogna introdurre azioni etiche capaci di migliorare le condizioni di lavoro, la parità di genere con politiche antidiscriminazione e meritocratiche che sono l’elemento fondamentale nel mondo dell’impresa. Non possiamo pensare che i lavoratori siano solo dei numeri per poi sperare che si sentano parte integrante dell’azienda, basta con i lavoratori precari a vita, ogni anno di precariato in più crea dei futuri pensionati poveri. Tutte le imprese debbono essere dotate di Comitati Etici che diano indirizzi e verifichino anche il raggiungimento degli obiettivi. C’è bisogno di una nuova impresa che rispetti l’ambiente, che operi secondo i principi dell’economia circolare sviluppando forme di Welfare capaci di essere parte integrante dei bisogni delle persone e delle loro famiglie. I manager devono sviluppare più capacità umane ascoltando i lavoratori e i loro bisogni, non bisogna continuare a ragionare solo con il ritorno economico immediato.

Altra cosa importante per un’azienda sana sono le rappresentanze sindacali all’interno delle aziende si ha bisogno di rappresentanti preparati e capaci di stare al centro tra impresa e lavoratore senza intraprendere battaglie ideologiche, bisogna lottare per tutelare gli stipendi, diritti e soprattutto la sicurezza e la dignità sul lavoro e dopo avremo i lavoratori che ritornano a credere nel sindacato e nell’impresa. I lavoratori sono sempre più soli perché per anni hanno creduto nella favola che il sindacato sia solo un ostacolo naturalmente le colpe sono anche del sindacato che per anni e rimasto concentrato alla carriera politica, essi devono pretendere dal sindacato più impegno e non solo chiacchere.

Le aziende devono attrezzarsi per rispondere a queste nuove esigenze, e la politica e le parti sociali devono guidare questo cambiamento, non si può più attendere a non far nulla o addirittura far finta di far qualcosa, tutto ciò creerà insicurezza e allo stesso tempo tensioni sociali che potrebbero farci tornare indietro nella storia.

Imparare e considerare i nuovi fenomeni sociali, significa valutare l’impatto e programmare un nuovo assetto del paese nel futuro solo così potremmo invertire la rotta.

Leonardo Iania

SEGRETARIO UGL PROVINCIALE DEL TRENTINO

Similar Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *